Divisa in due
dincanTO_racconti_gemelle
1,366
Divisa in due

Forse l’abito è giallo o magari rosa. Sicuramente il tessuto è spesso e lucido, a giudicare dalle pieghe determinate e dal fiocco immobile al centro del petto.
Il vestito della persona che le è accanto, con cui spesso viene confusa, è spezzato in due, ma la lunghezza della gonna è identica, taglia le gambe esattamente nello stesso punto, poco sopra la caviglia.

Certamente tutto proviene da un unico guardaroba, in cui ogni cosa può essere scambiata. L’altra gonna è morbida, fitta di minuscole pieghe verticali. Una fascia larga e una balza decorata si alternano per due volte, per terminare con una blusa nera che spegne le fantasie, e lascia spiccare solo un vistoso ciondolo d’oro giallo, a forma di sole, con la faccia disegnata da tratti spessi, rotondi, e l’espressione sorridente.

Le scarpe e le borsette sono repliche precise, non mostrano alcuna traccia di precedenti fughe domenicali dall’armadio, e anche la posizione dei piedi, il modo in cui le mani stringono le piccolissime bustine di pelle operata, fanno di tutto per assomigliarsi.

Arricciature corte e scure, ma soprattutto ben ordinate e immobili, disegnano gli stessi capelli, tirando al centro, o da un lato.

Le righe da cartolina sul retro della fotografia svelano la preparazione che è servita. Raccontano di una domenica speciale, di vestiti eleganti e nuovi, di un fotografo, di un fondale posticcio, di una foto ricordo da conservare nel cassetto, sotto la biancheria, oppure spedire, per riaccendere i visi nei ricordi di chi è lontano, e raccontargli come va.

Gli occhi delle ragazze, e le espressioni dei loro volti sembrano invece essere al corrente di cose diverse, non si assomigliano, sebbene siano composti da tratti pressoché identici.

Il viso sopra la camicetta scura è teso, ritto sul collo, mostra un contorno rigoroso, quasi squadrato, e sembra già pronto ad assumere troppe volte quell’espressione, con le labbra premute in orizzontale e lo sguardo fermo, ma triste.

La ragazza con l’abito chiaro offre alla macchina un profilo che si inclina volentieri fino allo sguardo di chi osserva, il capo è leggermente chino in avanti, gli occhi sembrano speranzosi e quasi sorridenti, se ci si sofferma a fissarli per più di qualche secondo.

Il suo braccio avvolge da dietro la sorella, le stringe il braccio. Forse è già pronta a sostenerla.
Ha la responsabilità di essere la maggiore, anche se, solo per una manciata di minuti.