Millet vero...che più vero non si può
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Millet vero…che più vero non si può

Catherine è la seconda moglie di Jean-Francois. Gli darà 9 figli. Lo studio di tratti perfetti la aiuta a raccontare la sua storia. E’ un primo piano semplice ma sembra scandire un ritmo in cui ora è il momento del raccoglimento, del silenzio.

La sua espressione è in ombra, ma il portamento e l’acconciatura dei capelli sarebbero pronti a farne subito un monumento, una statua. Del volume quasi esplosivo del ‘Seminatore‘ Catherine non ne sa nulla, non ci sono effetti di linee plastiche a stupirci, ma solo uno sguardo a occhi bassi, che ci fissa dritto al cuore.

«Come potete capire dai titoli, non ci sono donne nude o soggetti mitologici. Voglio cimentarmi con temi diversi da questi, che sento non essermi vietati, ma che non vorrei essere costretto a fare […] e questo perché, a costo di passare ancor più per socialista, è il lato umano, schiettamente umano, quello che in arte mi tocca di più; e, se potrò fare ciò che voglio, o almeno provarci, non farò nulla che non sia il risultato di impressioni ricevute dall’aspetto della natura, sia essa paesaggio o figure. E non è mai il lato gioioso quello che mi appare; non so dove sia e non l’ho mai visto. Ciò che di più allegro conosco è questa calma, questo silenzio di cui si gioisce così intimamente all’interno del bosco o sui campi arati. Mi direte che questo discorso è molto da sognatore, di un sogno triste, anche se certo dolcissimo […] ma è lì, secondo me, che si trova la vera umanità, la grande poesia»