"Dipingo le cose come stanno"
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“Dipingo le cose come stanno”

Henri de Toulouse-Lautrec se non avesse avuto la pittura, probabilmente, si sarebbe ucciso.
Cerca nei dipinti un’iniziativa assoluta, una maniera cosciente di aprire la porta sul contemporaneo. Il suo fatto pittorico é spontaneo quanto attuale per la Parigi del tempo. La ricchezza della sua famiglia e la sua opera, libera dalla schiavitù del riconoscimeHenri_de_Toulouse-Lautrec_arte_blog_dincanTO_2nto, gli concede il lusso della verità. Ma anche due cadute da cavallo.
Due femori rotti.
L’altezza spezzata come prezzo da scontare per l’hobby da famiglia bene. Il padre Alphonse II, dopo queste disgrazie, smetterà completamente di considerare suo figlio 17enne che, pure, così degno lo ritrae.

Henri allora costruisce un mondo altro, suo. In quelle”maledette strade”di Parigi, nelle case chiuse in cui passa gran parte della sua vita, sino al Moulin Rouge.
Lì poteva essere.

 

Angoli al limite della Città, come al limite di se stesso é stato costretto a condurre la sua esistenza, ma con acume, sguardo e ironia tali da lasciare andare pennellate improvvise, immagini sensibili e pochi colori. Quelli che bastano per stampare su una sua affiche, la realtà sincera, che oggi lo farebbe sentire, almeno per noi, accettato e familiare.