“Cosa sarebbe la vita se non avessimo il coraggio di fare tentativi?“
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“Cosa sarebbe la vita se non avessimo il coraggio di fare tentativi?“

VVG non era un pazzo.
Riprende dagli impressionisti colori liberi, sciolti, luminosi. Il lavoro é la sua frenetica ragione di vita, sia durante il giorno, che sul bordo del sonno e del manicomio. Gli input fitti, personali, ri-costruiscono cieli, cipressi, girasoli; annientano l’imitazione e aprono al contemporaneo.

Usa colori da sbandato, ma anche se forse é la”follia”a rivolgersi al futuro, non é l’essenziale. In fondo era un idealista: la predica laica, il sogno della scuola con Paul Gaugin. Tutto finito male, ma forse è proprio tutto questo che ha saputo dare spessore alle sue pennellate. Quello spessore che, ancora oggi, lo ha reso una rockstar della pittura e che ci dà la sensazione che sotto quel colore ci sia tanto a sostenerlo.